Ambasciatori
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Massimo Giandinoto
Quando Massimo aveva 9 anni, gli fu diagnosticato un osteosarcoma al tallone sinistro e un mese dopo si dovette prendere la decisione di amputare immediatamente l’arto. Nonostante questo Massimo ha trascorso molto tempo facendo sport tra cui la corsa e il rafting. Nel 2018 ha vinto il Campionato Italiano sia dei 60 metri che dei 200 metri indoor di corsa ed è stato contattato dalla Federazione Italiana Rafting. Lo sport è sempre stato una parte fondamentale della sua vita: ciò che lo ha salvato, facendolo sentire in sintonia con tutti gli altri.
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Robert Rodriguez
Robert Rodriguez è nato con una malformazione congenita chiamata emimelia peroneale. A dieci mesi, sua madre ha dovuto prendere la difficile decisione di fargli amputare la gamba.Non era sicura di fare la cosa più giusta per suo figlio, ma Robert è grato che l’abbia fatto. Con la sua amputazione e indossando una protesi è fiero di mostrare agli altri, che tutti gli amputati, sono capaci di fare le stesse cose di qualsiasi altro individuo normodotato.
Oggi, Robert è un padre, un marito, un motivatore e un atleta. Ha gareggiato come atleta Para-Elite Triathlon per l’USA Team e per la squadra di calcio amputati. Le prove e le difficoltà che Robert ha dovuto affrontare mentalmente e fisicamente in quanto giovane uomo gli ha insegnato ad impegnarsi sempre nonostante le circostanze. Nella sua esperienza, ha imparato che a volte le cose non sono negative come appaiono, e il successo è dietro l’angolo se si continua a lavorare sodo.
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Giuseppe Castellano
Giuseppe, il 16 febbraio 2020, fu coinvolto in un grave incidente motociclistico che portò all’amputazione transfemorale dell’arto inferiore sinistro. Prima dell’incidente era già un atleta appassionato e praticava due discipline: l’apnea, per la quale aveva conseguito il brevetto di 2° livello e l’attestato di assistente istruttore, e il Brazilian Jiu Jitsu.
Nonostante la sfida imposta dalla sua nuova condizione, Giuseppe ha continuato a dedicarsi a entrambe le sue passioni, adattandosi con grande forza di volontà e motivazione.
La sua determinazione non solo gli ha permesso di continuare a essere attivo in ciò che ama, ma lo ha anche reso un esempio per gli altri, ispirando chi condivide con lui queste discipline e dando forza ai suoi familiari, che lo supportano in questa nuova fase della sua vita.
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Lasciati ispirare dalle storie che ci motivano ogni giorno a fare del nostro meglio per poter migliorare la vita e la mobilità delle persone che hanno perso una gamba.
Sono storie di persone che hanno trovato la motivazione e l’energia di rinascere, prendere in mano la loro vita e trasformarla in qualcosa di unico.
Alan Fonteles
A solo 21 giorni di vita Alan perse entrambe le gambe a causa di una setticemia. Quando aveva nove mesi ricevette le sue prime protesi. Alan desiderava correre, così sua madre chiese che il figlio potesse allenarsi con gli altri bambini normodotati. Iniziò a correre con delle protesi di legno che gli causavano sanguinamenti durante gli allenamenti ma la sua passione era più forte, imparò a lavorare nonostante il dolore. Nel 2012 nei Giochi Paraolimpici di Londra vinse l’oro nei T44 200mt e nel luglio 2013 divenne il più veloce atleta ad aver subito una doppia amputazione.
ScopriSteven Mosqueda
Steven Mosqueda, nato e cresciuto a Riverside, in California, ha un profondo amore per il basket. Anche dopo aver perso una gamba a causa di un incidente stradale all’età di 22 anni, non ha rinunciato alla sua passione per questo sport. Nonostante abbia affrontato questa esperienza traumatica, Steven è grato per la sua capacità di muoversi, essere indipendente e spingersi oltre per raggiungere i suoi obiettivi. Insieme ad altre quattro persone che condividono l’esperienza di vivere con la perdita di un arto, oggi Steven fa parte di “Amp1 Basketball”, una squadra di basket senza scopo di lucro. Il ragazzi del team si dedicano a ispirare, educare e motivare chiunque abbiano l’opportunità di incontrare.
ScopriBill Zabelny
Bill Zabelny da bambino aveva un sogno: diventare un giocatore di hockey professionista ed essere inserito nella Hockey Hall of Fame. Tuttavia, la sua vita prese una svolta inaspettata quando all’età di 12 anni fu coinvolto in un incidente stradale che gli provocò la perdita della gamba destra. Nonostante abbia dovuto affrontare una situazione difficile, Bill ha rifiutato l’idea di abbandonare la sua passione per l’hockey. Ha lavorato duro ed è rimasto determinato e alla fine i suoi sogni sono diventati realtà. Nel 2001, ha iniziato a giocare a livello internazionale per il Team amputati USA, vincendo quattro volte la medaglia d’argento. In riconoscimento dei suoi successi, Bill è stato inserito nella Hockey Hall of Fame negli Stati Uniti e in Canada. Oggi, entrambi i luoghi ospitano una riproduzione della gamba protesica di Bill.
Sin dal suo periodo con il Team USA, Bill ha scritto il pluripremiato libro intitolato “A Man’s Legacy: The Chronicles of Bill Zabelny”. Bill conduce ancora uno stile di vita attivo e gioca a hockey su ghiaccio tre volte a settimana, il che dimostra la sua profondissima passione per questo sport. Oltre all’hockey su ghiaccio, gli piace pattinare e giocare a pickleball per mantenersi fisicamente in forma. Frequenta anche la palestra e pratica Pilates per consolidare la sua forza e flessibilità. Queste attività contribuiscono non solo al suo benessere fisico, ma gli procurano anche gioia e soddisfazione.
La storia di Bill è davvero esemplare per tutti coloro che hanno sogni e aspirazioni.
ScopriMiroslav Motejzík
Nel 2010, Miroslav è stato coinvolto in un incidente d’auto che ha avuto come conseguenza l’amputazione della sua gamba sinistra. L’uso delle cuffie protesiche ALPS ha aumentato la sua sicurezza, sia che si tratti di andare in mountain bike che di fare escursioni o sciare. Miroslav è molto attivo e motiva gli altri ogni giorno.
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