Ambasciatori
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Massimo Giandinoto
Quando Massimo aveva 9 anni, gli fu diagnosticato un osteosarcoma al tallone sinistro e un mese dopo si dovette prendere la decisione di amputare immediatamente l’arto. Nonostante questo Massimo ha trascorso molto tempo facendo sport tra cui la corsa e il rafting. Nel 2018 ha vinto il Campionato Italiano sia dei 60 metri che dei 200 metri indoor di corsa ed è stato contattato dalla Federazione Italiana Rafting. Lo sport è sempre stato una parte fondamentale della sua vita: ciò che lo ha salvato, facendolo sentire in sintonia con tutti gli altri.
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Robert Rodriguez
Robert Rodriguez è nato con una malformazione congenita chiamata emimelia peroneale. A dieci mesi, sua madre ha dovuto prendere la difficile decisione di fargli amputare la gamba.Non era sicura di fare la cosa più giusta per suo figlio, ma Robert è grato che l’abbia fatto. Con la sua amputazione e indossando una protesi è fiero di mostrare agli altri, che tutti gli amputati, sono capaci di fare le stesse cose di qualsiasi altro individuo normodotato.
Oggi, Robert è un padre, un marito, un motivatore e un atleta. Ha gareggiato come atleta Para-Elite Triathlon per l’USA Team e per la squadra di calcio amputati. Le prove e le difficoltà che Robert ha dovuto affrontare mentalmente e fisicamente in quanto giovane uomo gli ha insegnato ad impegnarsi sempre nonostante le circostanze. Nella sua esperienza, ha imparato che a volte le cose non sono negative come appaiono, e il successo è dietro l’angolo se si continua a lavorare sodo.
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Daniela Pecinová
Daniela ha perso la gamba destra come conseguenza di un tumore all’età di 16 anni. Ora Daniela sta dimostrando di essere una combattente. Dopo aver iniziato a praticare pole dance, è diventata campionessa del mondo di Para pole nel 2016. Le cuffie protesiche ALPS le permettono di indossare la sua protesi tutto il giorno e di essere sempre a suo agio mentre svolge le sue attività quotidiane.
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Lasciati ispirare dalle storie che ci motivano ogni giorno a fare del nostro meglio per poter migliorare la vita e la mobilità delle persone che hanno perso una gamba.
Sono storie di persone che hanno trovato la motivazione e l’energia di rinascere, prendere in mano la loro vita e trasformarla in qualcosa di unico.
Alan Fonteles
A solo 21 giorni di vita Alan perse entrambe le gambe a causa di una setticemia. Quando aveva nove mesi ricevette le sue prime protesi. Alan desiderava correre, così sua madre chiese che il figlio potesse allenarsi con gli altri bambini normodotati. Iniziò a correre con delle protesi di legno che gli causavano sanguinamenti durante gli allenamenti ma la sua passione era più forte, imparò a lavorare nonostante il dolore. Nel 2012 nei Giochi Paraolimpici di Londra vinse l’oro nei T44 200mt e nel luglio 2013 divenne il più veloce atleta ad aver subito una doppia amputazione.
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Steven Mosqueda
Steven Mosqueda, nato e cresciuto a Riverside, in California, ha un profondo amore per il basket. Anche dopo aver perso una gamba a causa di un incidente stradale all’età di 22 anni, non ha rinunciato alla sua passione per questo sport. Nonostante abbia affrontato questa esperienza traumatica, Steven è grato per la sua capacità di muoversi, essere indipendente e spingersi oltre per raggiungere i suoi obiettivi. Insieme ad altre quattro persone che condividono l’esperienza di vivere con la perdita di un arto, oggi Steven fa parte di “Amp1 Basketball”, una squadra di basket senza scopo di lucro. Il ragazzi del team si dedicano a ispirare, educare e motivare chiunque abbiano l’opportunità di incontrare.
ScopriMiroslav Motejzík
Nel 2010, Miroslav è stato coinvolto in un incidente d’auto che ha avuto come conseguenza l’amputazione della sua gamba sinistra. L’uso delle cuffie protesiche ALPS ha aumentato la sua sicurezza, sia che si tratti di andare in mountain bike che di fare escursioni o sciare. Miroslav è molto attivo e motiva gli altri ogni giorno.
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Jacek Tomczak
Jacek era un giovane con molto attivo e dedicava molto tempo a praticare sport. Quando aveva 19 anni, ha avuto un incidente sul lavoro in una miniera in cui ha perso la gamba sinistra. In quel momento il mondo gli è crollato addosso, ma grazie ai suoi amici, alla sua famiglia e ai propri sforzi ha capito che la vita dopo l’amputazione non deve essere limitata alle quattro mura di un appartamento.
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